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Monte San Giusto e dintorni…

XIV edizione Clown&Clown Festival

Dal 25 settembre al 2 ottobre 2018

Ormai da 14 anni, dall’ultima domenica di settembre alla prima domenica di ottobre, Monte San Giusto mette in scena il suo “Clown&Clown Festival”. Un festival internazionale dedicato alla figura del clown in tutti i suoi aspetti, compreso quello sociale. Il festival da cui parte il progetto di costruzione della Città del Sorriso. Una città, Monte San Giusto, dove viene messo in rilievo il valore universale e terapeutico del sorriso e del buonumore. Il sorriso che crea comunità, il sorriso come terapia, il sorriso come segno di pace e fratellanza. Insomma, una città e un festival che scaldano il cuore ad un popolo dal naso rosso. Come per incanto il paese si colora e sul campanile riappare ogni anno un enorme naso rosso. Insieme lo si accende ed insieme, dopo otto giorni, lo si spegne tra lacrime di commozione e gioia. Dentro questa cornice, allestimenti scenografici, spettacoli di artisti internazionali, convegni, workshop, mostre fotografiche e associazioni di comico-terapia trasformano il paese in un grande “Circo a Cielo Aperto”.

Per la prima volta, arriva Guillaume Vermette, clown canadese che da 10 anni è protagonista di missioni umanitarie in oltre 40 paesi del mondo e tra gli artisti ci sarà “The King of Clowns” Chris Lynam.

Tammurria 2018

TAMMURRIA “le notti della taranta” 27-28-29 luglio 2018 Piazza Aldo Moro Monte San Giusto INGRESSO LIBERO Venerdi 27 luglio ore 22,00 Compagnia Aria Corte in concerto Sabato 28 luglio LA NOTTE DELLA TAMMORRA ore 21,30 FOLKLORE FESTIVAL ore 22,30 ETNIKANTARO “etnopopolare” in concerto Domenica 29 luglio Il GRANDE CONCERTO DI CHIUSURA ore 22,30 Antonio Amato in concerto

(tutti gli spettacoli si terranno in Piazza Aldo Moro ad ingresso gratuito)

Santuario della Santa Casa di Loreto

La splendida città di Loreto, immersa nella campagna marchigiana, deve la sua fama al santuario dove si conserva e si venera la Santa Casa della Vergine Maria; un luogo sacro, definito da Giovanni Paolo II il “vero cuore mariano della cristianità”. Il santuario è stato per secoli ed è ancora oggi uno dei luoghi di pellegrinaggio tra i più importanti del mondo cattolico. E’ stato visitato da circa 200 santi e beati, e da numerosi Papi. La Storia del Santuario inizia nel sec. XIII (10 dicembre 1294) con l’arrivo della casa abitata dalla famiglia della Vergine Maria a Nazaret. Questa preziosa reliquia fu portata in Italia dopo la caduta del regno dei crociati in Terra Santa.

Festa Patronale Maria SS. Incoronata a Monte San Giusto

Dal 2 al 9 settembre torna a Monte San Giusto la Festa di Maria SS. Incoronata. Una festa della comunità che rappresenta la tradizione popolare più vera: si esce la domenica per la fiera, si passeggia in Piazza la sera, si va alla processione e alla messa poi ad ascoltare il concerto dell’8 settembre e si aspetta lo spettacolo finale.

Monte San Giusto – Lorenzo Lotto- Crocifissione

Crocifissione, 1531 Lorenzo Lotto

“La più bella rappresentazione del Golgota del Rinascimento”, secondo un’affermazione del Berenson, è la Crocifissione del Lotto, conservata nella chiesa di Santa Maria in Telusiano di Monte San Giusto. La grande pala venne iniziata e in gran parte eseguita a Venezia, mentre il suo completamento dovette avvenire a Monte S. Giusto, almeno per la parte relativa al ritratto del committente raffigurato con il saio inginocchiato in basso a sinistra. Il committente, che nelle opere del Lotto tradizionalmente non compare mai, è il vescovo di Chiusi Niccolò Bonafede, originario di Monte San Giusto, che pagò l’opera 100 fiorini a cui aggiunse una scorta di ottimo olio ascolano. Dato che l’opera era inizialmente destinata alla Chiesa della Pietà, il prelato aveva richiesto al Lotto un Compianto sul Cristo Morto, tema che solitamente prevede il Cristo esanime tra le braccia di Maria che lo sostiene. L’artista esegue invece un’opera che si accosta di più ad un inedito compianto intorno alla Vergine. Nell’opera infatti, Cristo è ancora sulla Croce mentre Maria, svenuta, è sorretta dalla Maddalena, che allarga le braccia in un gesto ampio e teatrale, e da San Giovanni. Sotto le tre croci si muove una folla animata da una forte tensione drammatica che ha uno dei brani più rappresentativi nel centurione sopra il cavallo bianco: l’orbo Longino che ritrae il busto all’indietro e protende le braccia verso la croce. La pala conserva tuttora la cornice architettonica cinquecentesca realizzata su disegno dello stesso Lotto.

Monte San Giusto – Chiesa di S. Maria della Pietà in Telusiano

La Chiesa di Santa Maria della Pietà in Telusiano a Monte S. Giusto (al momento chiusa a seguito del sisma del 2016), fu ricostruita tra il 1513 e il 1529 per volere di Nicolò Bonafede, importante personaggio della corte papale e vescovo di Chiusi, come mausoleo della propria famiglia. Conserva l’imponente pala d’altare con la Crocifissione di Lorenzo Lotto. La splendida tela fu commissionata dal vescovo di Chiusi e legato apostolico Niccolò Bonafede al prezzo di cento fiorini per l’altare maggiore della chiesa. Il dipinto, realizzato per buona parte a Venezia, fu terminato a Monte S. Giusto intorno al 1534 circa e presenta ancora oggi la cornice originale cinquecentesca. La raffigurazione si articola su tre piani con la scena principale di Cristo e dei due ladroni collocata in alto mentre sotto si consuma la disperazione di Maria sorretta da S. Giovanni e le pie donne. Emblematica è la figura della Maddalena che con il gesto di allargare le braccia crea un momento di congiunzione tra lo sfondo e il primo piano. La chiesa custodisce anche notevoli affreschi tardo cinquecenteschi attribuibili a Durante Nobili di Caldarola, allievo di Lorenzo Lotto; una copia della Madonna di Trapani di Nino Pisano; un Vesperbild ( o Pietà) del secolo XV, unico collegamento rimasto con la chiesa medievale.

Monte San Giusto – Palazzo Bonafede

Fatto costruire come proprio dimora da Nicolò Bonafede, vescovo di Chiusi, è uno dei migliori esempi di architettura rinascimentale delle Marche. Era destinato a celebrare Nicolò Bonafede, esaltandone il ruolo di mecenate, le sue cariche politiche e le imprese militari. Notevoli nella facciata sono le finestre guelfe, ornate con le cifre del vescovo Nicolò, il fregio con iscrizione (1513) e il portale d’ingresso in pietra d’Istria, celebrante la vittoria di Nicolò sui Malatesta di Rimini, scolpito dall’anconetano Pesimoti (1524). All’interno, oltre al cortile rinascimentale, pregevoli sono gli affreschi della cosidetta “camera picta” al pianterreno e al piano nobile, la fascia ad affresco con i “Trionfi di Nicolò Bonafede”, frammenti di una decorazione ben più ampia: i dipinti, databili intorno al 1515-1520 sono stati attributi al pittore spagnolo Johannes Hispanus. Nella sala consiliare si trova un quadro di Luigi Fontana, che raffigura Nicolò Bonafede che visione il progetto del palazzo.

Abbazia di S. Maria Piè di Chienti – Montecosaro (MC)

Nei documenti farfensi la basilica viene spesso denominata S.Maria in Insula, per evidenziare le caratteristiche del territorio circostante, allora in parte paludoso e soggetto alle esondazioni del vicino fiume. Particolare dell’absideVista l’attuale ubicazione in un contesto urbanizzato, è stato impossibile riprodurre quest’ultimo aspetto, l’atmosfera del luogo è comunque pervasa dalla tipica solennità di un monastero altomedievale. Due epigrafi, poste nell’atrio ed all’intemo della facciata, ci riferiscono che la gran parte dell’attuale struttura venne edificata per volere dell’abate Agenolfo e consacrata nel 1125. Ci troviamo di fronte ad una tipica architettura cluniacense e soprattutto ad una riuscita mediazione tra lo stile lombardo e quello borgognone. La facciata, alquanto rimaneggiata oltre che semplice nel complesso, conserva sul margine destro una meridiana del XII secolo. La parte absidale risulta essere la più interessante del paramento estemo, con le complesse absidiole che animano l’insieme e colpiscono il visitatore che si approssimi all’Annunziata dalla strada retrostante. Nel minuto campanile a vela che sovrasta la parete sud dell’abside, si trova la stessa campana che dal 1425 richiama i fedeli alle funzioni. Oltre alla data di fusione, reca impresso il più antico stemma comunale finora pervenuto. Un tempo le pareti della chiesa dovevano essere interamente ricoperte da affreschi, ma l’alto tasso di umidità del luogo ne ha danneggiato una parte consistente.

Corridonia – San Claudio al Chienti

Di origini antichissime, la Chiesa di San Claudio al Chienti di Corridonia è certamente uno degli esempi più importanti di architettura romanica delle Marche. La chiesa di San Claudio al Chienti è situata nel territorio in cui sorgeva la città romana di Pausulae, che fu anche antica sede vescovile. Essa è documentata a partire dall’XI secolo presso l’Archivio Storico di Fermo. Fu una pieve, e non un’abbazia: i documenti escludono che vi sia mai esistita una congregazione monastica di qualsiasi tipo. L’edificio mantiene il suo aspetto originario in maniera quasi intatta, la cui peculiarità è la presenza di due chiese sovrapposte. Ha pianta quadrata ed è modulato lungo il perimetro da absidi semicircolari. La facciata è incorniciata da due torri cilindriche, simili ai campanili dell’area ravennate, e trova analogie nelle Marche in San Vittore alle Chiuse e Santa Maria delle Moje. Interessante il portale gotico in pietra d’Istria che orna l’ingresso del piano superiore e fu aggiunto in epoca successiva all’edificazione della chiesa.

Carlo Magno sepolto in Val di Chienti

La tomba di Carlo Magno non si troverebbe, come insegnano i libri di storia medievale, nella Cappella Palatina di Aachen in Germania, ma in Italia sotto la chiesa di San Claudio al Chienti nelle Marche in provincia di Macerata. Questa è la tesi di fondo di oltre venti anni di ricerche condotte dal salesiano don Giovanni Carnevale, professore di Latino, Greco e storia dell’arte, ed esperto di archeologia e storia medievale. Il volume “La scoperta di Aquisgrana in Val di Chienti”, pubblicato nel 1999 dall’editore Queen, rappresenta il cardine di questi studi. Richiamandosi a numerose fonti di epoca medievale, don Carnevale presenta quello che, a suo giudizio, sarebbe stato un clamoroso equivoco storico-archeologico, fornendo elementi che non sono prove inconfutabili, ma che meritano quantomeno di essere presi in considerazione.

Il Macerata Opera Festival 2019 sarà #rossodesiderio

Sarà #rossodesiderio il tema del Macerata Opera Festival 2019, declinato nei toni della gelosia, del potere e della possessività, evocati rispettivamente da Carmen, Macbeth e Rigoletto, le tre opere in programma. La 55a edizione del festival maceratese si apre con una nuova produzione del capolavoro di Georges Bizet Carmen che andrà in scena il 19 e 28 luglio e il 3 e 10 agosto: sul podio il direttore musicale Francesco Lanzillotta e la regia affidata a Jacopo Spirei, fra i migliori talenti italiani della generazione dei quarantenni. Completano il programma operistico due allestimenti di grande successo per due titoli capitali del catalogo di Giuseppe Verdi: Macbeth con la regia di Emma Dante – spettacolo vincitore dell’Herald Angel Award di Edimburgo nel 2017 – , coprodotto dall’Associazione Arena Sferisterio insieme al Teatro Massimo di Palermo e al Regio di Torino, che vedrà sul podio Francesco Ivan Ciampa (20 e 26 luglio; 4 agosto); quindi l’acclamato Rigoletto andato in scena a Macerata nel 2015 con la rutilante regia di Federico Grazzini e la direzione di Giampaolo Bisanti (21 e 27 luglio, 2 e 9 agosto).

Infiorata di Monte San Giusto

Ogni anno nel mese di giugno, a Monte San Giusto, in occasione della processione del Corpus Domini si tiene, dopo la messa serale, la tradizionale Infiorata. In un misto di sacralità, fede ed arte, la processione solenne lungo le vie del centro storico è guidata da suggestivi disegni artistici floreali ideati dai cittadini sangiustesi, che ne iniziano la progettazione delle immagini con mesi di anticipo e la realizzazione già dalla prima mattinata di domenica. L’intera cittadinanza è chiamata a prendere parte alla realizzazione delle opere floreali che cambiano di anno in anno, su tema condiviso tra cittadinanza attiva e parrocchia.

Fat Fat Fat Festival – Corridonia

Il Fat Fat Fat è diventato un appuntamento estivo irrinunciabile per gli amanti del groove che va dal soul alla techno passando per disco funk house e hip hop. Merito non solo di line up coerenti e di alta qualità, ma anche di una location (il casale cistercense della Grancia di Sarronciano) ben sfruttata dal festival – sia con un sound system all’altezza sia con un’accoglienza che favorisce un’atmosfera presa bene e partecipata. Passare gradualmente dal relax del tramonto al ballo notturno più sudato con la possibilità di godersi vini del luogo o cocktail e sfamarsi con panini che rimettono al mondo, del resto, è un’esperienza che metterebbe il sorriso addosso a chiunque.